Giuseppe Fanciotto a, da poco nominato Maresciallo nella Brigata Nera “Ather Capelli” dove era addetto al “Comando Germanico”, è all’interno dell’Albergo Reale con la sua scorta Aldo Pautasso, brigatista, ma di Settimo, e sta aspettando il tramvai che l’avrebbe riportato a Torino. Qui lo raggiunge Pietro Grondana, brigatista sanmaurese, che l’ho avverte che due partigiani sul lato opposto della via stanno fermando delle automobili.
I tre allora escono e intimano l’alt ai due partigiani, che immediatamente cercano di fuggire separandosi. Uno, Cartuccia b, fugge lungo il Po e i fascisti gli sparano forse ferendolo, ma non lo catturano. L’altro, Moretto c, viene fermato davanti a San Rocco con le armi puntate e sta per essere ucciso. Con molto sangue freddo, Moretto “confessa” che il paese è circondato dai suoi uomini e che una macchina del CLN deve transitare di lì a pochi minuti. E chiede la vita salva per queste “importanti rivelazioni”. I briganti neri, credendogli, si innervosiscono, sospendono per il momento l’esecuzione, bloccano il traffico e fermano le auto che sopraggiungono.
Nel frattempo, il podestà Giovanni Amato, che aveva udito gli spari esplosi contro Cartuccia, uscito dal Municipio, raggiunge la piazzetta di San Rocco con il Messo Comunale, e discute con le BN locali, che riconosce, cercando di far cessare ogni atto di violenza.
Ma, come ricorda il partigiano sanmaurese Silvetro Zampieri (Caramba), “Fu a questo punto che le cose precipitarono. Da Gassino stava arrivando una colonna della GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) che vide alcuni civili fuggire spaventati dalle raffiche, si fermarono davanti al municipio a chiedere cosa stesse succedendo e qualcuno gridò loro che c’erano i partigiani. Il loro tenente dispose allora l’attacco e i suoi uomini scesero a piedi, armi in pugno, la discesa davanti al ponte: quando furono a vista dei fascisti di Fanciotto, che erano tutti in borghese, e che stava puntando i mitra contro un uomo addossato al muro, non ebbero dubbi che fossero partigiani e spararono loro addosso, a tutti tranne al partigiano Moretta.”
Uccidono subito il brigatista di Settimo Aldo Pautasso, feriscono mortalmente il Podestà Giovanni Amato, feriscono il brigatista sanmaurese Grondana e i passanti Della Valle Pierino di Ettore (detto Calvaga mentre scende in bici dal ponte davanti all’Ottica Brucato), Moncalvo Giuseppe fu Luigi, Omedei Vincenzo fu Nicola (mentre aspetta alla fermata del tramvai).
Moretta approfitta della confusione per fuggire e si dilegua subito verso la collina, mentre la sparatoria continua per un po’ di tempo prima che, tra i fascisti, si accerti l’equivoco.
Solaro d, Federale di Torino, dopo un’indagine locale e il recupero della salma di Pautasso, informa Pavolini, segretario del PFR, che si è trattato di un tragico e fortuito incidente.
Il Podestà e Commissario Prefettizio Giovanni Amato è ricoverato all’ospedale Maria Adelaide di Chivasso dove muore due giorni dopo.
Gli altri sanmauresi feriti sono ricoverati presso la C.R.I. di Strada Mongreno.
Rimane il ricordo di un ragazzo
“… da casa ho sentito l’eco degli spari e dopo che cessarono corsi anch’io a San Rocco, perché lì si era svolta la sparatoria. Vidi due mucchi di neve macchiati di sangue. I corpi dei feriti ed uccisi erano già stati rimossi.”
Fotografie e testo sono tratti dal mio libro “Sanmauresi nella Resistenza: tracce e percorsi”, Araba Fenice, 2024.
- Giuseppe Fanciotto, di Celeste e Maddalena Monfrino, nato il 19 settembre 1901 a San Mauro Torinese, di professione tornitore, era l’ultimo Segretario del Partito Nazionale Fascista sanmaurese prima del suo scioglimento il 25 luglio 1943. Dopo la liberazione di Mussolini il 12 settembre 1943 e la costituzione della Repubblica Sociale Italiana, Fanciotto aderì al PFR (Partito Fascista Repubblicano) e divenne Commissario del Fascio Repubblicano sanmaurese fino a seguire le fasi della militarizzazione del PFR, e, per
naturale conseguenza, aderire alla Brigata Nera “Ather Capelli”. Si tratta della figura di fascista ormai famosa in San Mauro per la sua tragica fine durante i giorni della resa dei conti. (back) - Cartuccia è Giraldo Enzo comandante del distaccamento “Barca” della 19ª Brigata Garibaldi, http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=44647, verrà poi ucciso in combattimento durante un rastrellamento a Morozzo (CN) il 7 marzo 1945 e verrà decorato con la medaglia d’oro. (back)
- Moretta, o Moretto, è Pampione Angelo comandante della 19ª Brigata Garibaldi, http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=63823 (back)
- Dr. Giuseppe Solaro commissario federale del PFR di Torino. (back)