Il 31 marzo 1944 l’alpino sanmaurese Giovanni Boccardo della divisione partigiana Garibaldi muore nell’ospedale partigiano di Kolašin (Montenegro).

Giovanni Boccardo di Benedetto e di Pelizza Francesca nato a San Mauro il 16.01.1915
Giovanni Boccardo di Benedetto e di Pelizza Francesca nato a San Mauro il 16.01.1915

Giovanni Boccardo di Benedetto e di Francesca Pelizza nato a San Mauro il 16.01.1915, residente in San Mauro Torinese – Cascina del Mulino, di professione falegname. Titolo di studio: 4ª elementare. Distinzioni e servizi speciali: taglio maschera antigas n. Iª.

All’otto settembre si trovava in Montenegro con il 3° Reggimento Alpini Battaglione Exilles e molto probabilmente seguì le sorti del Battaglione guidato da Armando Farinacci fino al momento della resa dopo i combattimenti del 14-15-16 settembre. Giovanni però non scelse la strada della resa e deportazione in Germania, ma si legò, invece, agli alpini della Taurinense che rimasero in Montenegro, si unirono alla divisione Venezia e continuarono i combattimenti contribuendo alla nascita della Divisione partigiana Garibaldi in cui confluirono.

Nel marzo 1944 Giovanni è nell’ospedale di Kolasin (Montenegro) ricoverato per malattia polmonare fino al giorno 31 quando muore “in seguito a pleurite congestione polmonare (contratta in zona di operazioni)”. È sepolto a “Kolasin nel cimitero militare italiano (davanti alla caserma)”.

Giovanni Boccardo risulta quindi aver partecipato alle operazioni di guerra che si svolsero in Jugoslavia con la formazione partigiana Divisione Garibaldi dal 9 settembre 1943 fino al 31 marzo 1944 data del decesso e che gli è riconosciuta la qualifica di partigiano caduto.

“Diploma d’Onore” alla Memoria (n. 5508) assegnato dal Comando della Divisione Italiana Partigiana “Garibaldi”, il 17 novembre 1945, al Garibaldino Giovanni Boccardo.
“Diploma d’Onore” alla Memoria (n. 5508) assegnato dal Comando della Divisione Italiana Partigiana “Garibaldi”, il 17 novembre 1945, al Garibaldino Giovanni Boccardo.

Il Comando della Divisione Italiana Partigiana “Garibaldi”, il 17 novembre 1945, gli assegnerà il “Diploma d’Onore” alla Memoria (n. 5508):

Si certifica che il Garibaldino Boccardo Giovanni di Benedetto dal 8 settembre 1943 al 31 marzo 1944 ha appartenuto alla Divisione Italiana Partigiana “Garibaldi” nella guerra di liberazione condotta in Jugoslavia contro la Germania.

Le notizie sono tratte dal mio libro “Sanmauresi nella Resistenza: tracce e percorsi”, Araba Fenice libri, 2024, di prossima pubblicazione.





 

 

Il 3 di febbraio 1944 l’alpino partigiano Luigi Manolo Agnello viene ucciso durante i combattimenti a Barnik (Bosnia).

Il 3 di febbraio 1944, ottant’anni sono trascorsi, l’alpino partigiano Luigi Manolo Agnello si trovava nella zona di Rogatica in Bosnia: il giorno 3 durante i combattimenti a Barnik una pallottola gli trafigge il braccio destro provocandone la morte.

Luigi Manolo Agnello, soldato nel 3° Reggimento Alpini Battaglione Exilles 32ª Compagnia, era nei Balcani dal 9 settembre 1942 e partecipò alle operazioni di guerra che colà si svolsero fino alla data dell’armistizio. Da quel momento in poi molto probabilmente partecipò alle azioni del Battaglione Exilles guidate da Armando Farinacci fino al 14-15-16 settembre quando Farinacci annunciò la resa.

Luigi fu tra gli alpini del battaglione Exilles che non consegnò le armi ai tedeschi, ma seguì gli altri alpini della Taurinense che rimasero in Montenegro, si unirono alla div. di fanteria Venezia, continuarono i combattimenti e contribuirono alla nascita della Divisione partigiana Garibaldi.

Luigi Manolo Agnello di Felice e di Crivello Giovanna nato a San Mauro il 28.03.1922
Luigi Manolo Agnello di Felice e di Crivello Giovanna nato a San Mauro il 28.03.1922

Luigi Manolo Agnello di Felice e di Giovanna Crivello nato a San Mauro il 28.03.1922, residente in San Mauro Torinese / Via C. Maria Devecchi 13, di professione falegname. Titolo di studio: 5ª elementare. Otto settembre: 3° Reggimento Alpini Battaglione Exilles 32ª Compagnia – Montenegro. Atteggiamento: Divisione partigiana Garibaldi. Vedi Luigi Manolo Agnello, 1922, Foglio Matricolare e Caratteristico Chivasso n. 8134.

Le notizie sono tratte dal mio libro “Sanmauresi nella Resistenza: tracce e percorsi”, Araba Fenice libri, 2024, di prossima pubblicazione.

In questo giorno, il 23 gennaio 1944, l’artigliere sanmaurese Paolo Trivero, del 1921, veniva colpito a morte nel tentativo di superare il torrente Lesnica in combattimento contro albanesi e tedeschi.

Paolo Trivero, soldato e poi Caporal Maggiore nel 1° Reggimento Artiglieria Alpina, era nei Balcani dal 14 gennaio 1942 e partecipò alle operazioni di guerra che colà si svolsero fino alla data dell’armistizio. Allora, seguendo le indicazioni del magg. Ravnich rimase in Montenegro e partecipò alle azioni della divisione partigiana Garibaldi fino al 23 gennaio 1944 quando fu colpito a morte nella zona di Berane (Montenegro) [Q.1078 Vrbica MN] nel tentativo della 1ª brigata alpina e della IV brigata proletaria montenegrina di penetrare oltre il fiume Leśnica in combattimento contro albanesi e tedeschi.

Non è noto il luogo della sepoltura e immediatamente fu considerato disperso. Si ricordò però di lui Michele Vottero che nella stesso combattimento fu ferito e poi preso prigioniero. Così risulta nella dichiarazione raccolta dalla Stazione di Viù dei carabinieri della Legione Territoriale di Torino il 24 agosto 1945:

dichiaro sotto la mia personale responsabilità, che il giorno 23 gennaio 1944, verso le ore 14, in località Gorasini sopra Berane (Montenegro), è deceduto in combattimento contro tedeschi e albanesi il caporal maggiore Trivero Paolo.-
Io venni fatto prigioniero e che confermo che ho visto morto il Trivero e dichiaro ancora che non può esserci alcun errore da poterlo scambiare con altre persone.-

Trivero è “scritto nell’Albo d’Oro degli eroici caduti per la redenzione della nostra amata Patria” e ha “la qualifica di partigiano combattente” all’estero, già riconosciutagli quando era ancora considerato “disperso”, nella Divisione Garibaldi dall’8 settembre al 23 gennaio 1944.

Mostar Pasqua 1942 - L’artigliere Paolo Trivero è il primo a sinistra nella fila in piedi. Fotografia conservata dall’A.N.A. di San Mauro Torinese
Mostar Pasqua 1942 – L’artigliere Paolo Trivero è il primo a sinistra nella fila in piedi. Fotografia conservata dall’A.N.A. di San Mauro Torinese.

Un ricordo di Bianco Augusto giovane partigiano sanmaurese ucciso il 12 dicembre del 1944 dai nazifascisti durante una puntata in Val Luserna. Medaglia di bronzo al Valor Militare alla memoria.

Sono trascorsi 80 anni dall’8 settembre 1943, dalla data che stabilì un punto di svolta per l’evoluzione della seconda guerra mondiale in Europa e soprattutto per le scelte che gli italiani furono chiamati a fare.
Dopo l’annuncio dell’armistizio fra il governo Badoglio e gli Alleati (Regno Unito, USA (Stati Uniti d’America) e URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche)) siglato il 3 settembre, la mancanza di assunzione di responsabilità da parte del Re e di Badoglio da una parte e la determinazione tedesca dall’altra portarono all’occupazione dell’Italia ed alla dissoluzione del Regio Esercito.

Augusto, nato a San Mauro nel febbraio del 1925, nell’aprile del 1943 si era presentato alla visita di leva a Chivasso, come tutti i suoi coetanei. All’8 settembre 1943 era in congedo in attesa della chiamata alle armi del Regio Esercito che sarebbe avvenuta di lì a poco. La chiamata avvenne sì, ma a novembre dopo la formazione della RSI e dall’Esercito fascista repubblicano che si stava costruendo per appoggiare l’occupazione dell’esercito tedesco.
Augusto non ebbe dubbi e fece la scelta in cui lui credeva: quella dell’opposizione, della resistenza e della libertà. All’inizio di dicembre del 1943 raggiunse le formazioni partigiane garibaldine che si stavano formando nella Val Luserna e in cui sarà conosciuto col nome di battaglia Marò. A pochi giorni di distanza lo seguì un altro sanmaurese Carlo Quaglia (Giulio) del 1925. Nei mesi successivi lo raggiunsero Carlo Pilone (Cannone) del 1924 e Aldo Pilone (Camoscio) del 1925. Augusto era il più giovane ma indicò la strada. Cannone divenne poi comandante del distaccamento “Montoso” della 105 Brigata Garibaldi “Carlo Pisacane” in cui tutti militarono.

Ad Augusto fu concessa la medaglia di bronzo al VM alla memoria dalla cui motivazione risulta che prima dell’evento, che lo portò alla morte, Augusto è riconosciuto come

Giovane partigiano, combattente della lotta di liberazione, [che] forniva nel corso di numerosi scontri belle prove di decisione e di coraggio, particolarmente distinguendosi nei combattimenti di Bricherasio, di Moretta e della Galeverga riportando [una] seria ferita.


E il 12 dicembre 1944…

Durante un servizio di pattugliamento notturno, avvistati elementi avversari tacitamente infiltratisi nello schieramento, con pronta ed audace decisione li attaccava da solo con lancio di bombe a mano. Colpito da una raffica cadeva da prode sul campo dopo essere riuscito a sventare la sorpresa.
Zona di Bricherasio (Torino), 12 dicembre 1944.



Con Augusto trovarono la morte anche altri 8 partigiani non sanmauresi. I loro cadaveri furono identificati solamente due giorni dopo e furono probabilmente sepolti nel luogo dove avvenne il combattimento.

Solo più avanti, dopo la Liberazione, la salma di Augusto fu recuperata, traslata a San Mauro e tumulata nel cimitero locale, dopo un solenne funerale che Mons. Davide Corino data il 20 maggio 1945 nella chiesetta di San Rocco, simbolicamente vicina all’abitazione di allora di Augusto e dove oggi viene posta la targa ricordo. Una fotografia ricorda l’evento mentre la bara coperta dalla bandiera italiana entra in chiesa tra due file di gente e di partigiani ancora in divisa militare a porgere l’estremo saluto: due grosse corone di fiori sono ai lati dell’ingresso.

San Mauro Torinese, 1 novembre 2023.

Forse i sanmauresi qualcosa la stanno già dimenticando…

Il 25 luglio di 80 anni fa veniva arrestato Mussolinni e messo fine al fascismo monarchico: qualche sanmaurese ricorda ancora quando scassarono l’insegna “Costanzo Ciano” che fronteggiava l’attuale scuola Nino Costa. Ricorrono anche gli 80 anni dall’8 settembre 1943, data dell’annuncio dell’armistizio firmato dal governo italiano e dagli alleati (UK, USA e URSS).
Ho scritto…
“La dissoluzione dell’esercito provocata dall’incapacità del re e di Badoglio di gestire il necessario armistizio dell’8 settembre ha coinvolto molti militari sanmauresi sorpresi dall’evento mentre erano in forza nei loro reparti.
Alcuni si rifiutarono di consegnare le armi ai tedeschi e perirono: in Francia a Grenoble il soldato Giovanni Francesco Bianco, classe 1918, caduto il 9 settembre difendendo la sede del Comando d’Armata e sepolto nel Sacrario Saint Mandrier di Grenoble; a Cefalonia il sergente Guido Goria caduto il 17 settembre in combattimento contro i tedeschi e iscritto nell’Albo d’Oro degli eroici caduti per la redenzione della nostra Patria.”
Sono i nostri primi caduti e vanno ricordati.
Il testo citato è una tratto dal mio libro “Sanmauresi nella Resistenza: tracce e percorsi” che uscirà il prossimo anno.

Bianco Giovanni deceduto in Francia in combattimento contro i tedeschi il 9.9.1943
Bianco Giovanni deceduto in Francia in combattimento contro i tedeschi il 9.9.1943
Guido Goria caduto il 17.9.1943 in combattimento contro i tedeschi a Cefalonia
Guido Goria caduto il 17.9.1943 in combattimento contro i tedeschi a Cefalonia