Il 2 maggio 1944 a Borgo San Dalmazzo vengono fucilati 13 partigiani tra cui il sanmaurese Vittorio Ferrero.

Nel maggio 1944 la risposta al rastrellamento del Vallone dell’Arma nel cuneese rappresentò un significativo risultato a favore delle bande partigiane per la capacità dimostrata di saper rispondere e combattere il nemico. Il 27 aprile si registrò, però, la cattura di 14 giovani partigiani a Castelmagno e la fucilazione di 13 di loro il 2 maggio a Borgo San Dalmazzo; tra essi Vittorio Ferrero.

In realtà 14 furono i catturati tra cui i fratelli Quaranta Michele e Giuseppe, ma Michele, il più anziano. obbligato, scelse di morire in cambio della vita del fratello minore, che verrà deportato a Buchenwald da cui tornerà l’8 giugno 1945. Gli altri furono fucilati a coppie alla presenza dei restanti in attesa. I primi due furono Beppe Lerda e Vittorio Ferrero.

Chiamano Beppe Lerda e Vittorio Ferrero. Li costringono ad abbandonare le scarpe, a camminare a piedi nudi. Li legano ai pali, li bendano. Poi le raffiche e i colpi di grazia al cuore o alla testa.
Poi sistemano i primi due nelle casse, e avanti altri due. Chi dirige le operazioni è il maresciallo tedesco, quello di Tetto Gallotto.

Tra i fucilati anche l’ufficiale Riccardo Boschiero, proveniente dalla IV Armata, sottotenente di complemento degli alpini, ufficiale della banda di Boves, poi in valle Ellero, quindi comandante di distaccamento della II banda del 2° settore.

Vittorio Ferrero, nato il 24 febbraio 1924 a Brusasco, residente a S. Mauro Torinese, fu partigiano nella “1ª Brigata Valle Stura – Rosselli” della 1ª Divisione Alpina GL [GL, dal primo maggio 1944, catturato dai tedeschi a Castelmagno il 27 aprile e tenuto prigioniero fino al 2 maggio 1944 quando morì fucilato nel comune di Borgo San Dalmazzo.

Vittorio Ferrero, classe 1924, medaglia di Bronzo al VM, 1944.05.02
Vittorio Ferrero, classe 1924, medaglia di Bronzo al VM, 1944.05.02

A Vittorio fu concessa la medaglia di bronzo al VM con la motivazione:

Audace e generoso partigiano, si aggregava volontariamente a un distaccamento che aveva il compito di resistere ad oltranza contro l’avversario incalzante. Durante varie ore di lotta continua dava prova di tenace volontà, di salda disciplina e di indomito valore. Catturato, sopportava stoicamente sevizie e torture e preferiva la morte piuttosto che piegarsi alla volontà dell’oppressore. Cadeva sotto il piombo nemico al grido di “Viva l’Italia”.
Castelmagno (Alta Valle Grana) – Borgo S. Dalmazzo (Cuneo), 2 maggio 1944.



Vittorio è ricordato in San Mauro Torinese nella Colonna del Monumento ai Caduti e con tutti gli altri giovani in una lapide posta il 25 aprile 2009 a Borgo San Dalmazzo nella piazza 2 maggio che ne ricorda l’eccidio.

Fotografia e testo sono tratti dal mio libro “Sanmauresi nella Resistenza: tracce e percorsi”, Araba Fenice, 2024.

Un ricordo di Bianco Augusto giovane partigiano sanmaurese ucciso il 12 dicembre del 1944 dai nazifascisti.

La mappa dei Luoghi della 105 in un disegno di Giovanni Vardiero

l’8 settembre 1943

Sono trascorsi 80 anni dall’8 settembre 1943, dalla data che stabilì un punto di svolta per l’evoluzione della seconda guerra mondiale in Europa e soprattutto per le scelte che gli italiani furono chiamati a fare.
Dopo l’annuncio dell’armistizio fra il governo Badoglio e gli Alleati (Regno Unito, USA (Stati Uniti d’America) e URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche)) siglato il 3 settembre, la mancanza di assunzione di responsabilità da parte del Re e di Badoglio da una parte e la determinazione tedesca dall’altra portarono all’occupazione dell’Italia ed alla dissoluzione del Regio Esercito.

La scelta di Augusto e di altri sanmauresi

Augusto, nato a San Mauro nel febbraio del 1925, nell’aprile del 1943 si era presentato alla visita di leva a Chivasso, come tutti i suoi coetanei. All’8 settembre 1943 era in congedo in attesa della chiamata alle armi del Regio Esercito che sarebbe avvenuta di lì a poco. La chiamata avvenne sì, ma a novembre dopo la formazione della RSI e dall’Esercito fascista repubblicano che si stava costruendo per appoggiare l’occupazione dell’esercito tedesco.

Augusto non ebbe dubbi e fece la scelta in cui lui credeva: quella dell’opposizione, della resistenza e della libertà. All’inizio di dicembre del 1943 raggiunse le formazioni partigiane garibaldine che si stavano formando nella Val Luserna e in cui sarà conosciuto col nome di battaglia Marò. A pochi giorni di distanza lo seguì un altro sanmaurese Carlo Quaglia (Giulio) del 1925. Nei mesi successivi lo raggiunsero Carlo Pilone (Cannone) del 1924 e Aldo Pilone (Camoscio) del 1925. Augusto era il più giovane ma indicò la strada. Cannone divenne poi comandante del distaccamento “Montoso” della 105 Brigata Garibaldi “Carlo Pisacane” in cui tutti militarono.

La medaglia di bronzo al VM

Ad Augusto fu concessa la medaglia di bronzo al VM alla memoria dalla cui motivazione risulta che prima dell’evento, che lo portò alla morte, Augusto è riconosciuto come

Giovane partigiano, combattente della lotta di liberazione, [che] forniva nel corso di numerosi scontri belle prove di decisione e di coraggio, particolarmente distinguendosi nei combattimenti di Bricherasio, di Moretta e della Galeverga riportando [una] seria ferita.



E il 12 dicembre 1944…

Durante un servizio di pattugliamento notturno, avvistati elementi avversari tacitamente infiltratisi nello schieramento, con pronta ed audace decisione li attaccava da solo con lancio di bombe a mano. Colpito da una raffica cadeva da prode sul campo dopo essere riuscito a sventare la sorpresa.
Zona di Bricherasio (Torino), 12 dicembre 1944.

Con Augusto altri 8 partigiani uccisi

Con Augusto trovarono la morte anche altri 8 partigiani non sanmauresi. I loro cadaveri furono identificati solamente due giorni dopo e furono probabilmente sepolti nel luogo dove avvenne il combattimento. Solo più avanti, dopo la Liberazione, la salma di Augusto fu recuperata, traslata a San Mauro e tumulata nel cimitero locale, dopo un solenne funerale, che Mons. Davide Corino data il 20 maggio 1945, nella chiesetta di San Rocco, simbolicamente vicina all’abitazione di allora di Augusto e dove oggi viene posta la targa ricordo. Una fotografia ricorda l’evento mentre la bara coperta dalla bandiera italiana entra in chiesa tra due file di gente e di partigiani ancora in divisa militare a porgere l’estremo saluto: due grosse corone di fiori sono ai lati dell’ingresso.

San Mauro Torinese, 1 novembre 2023.

La mappa dei Luoghi della 105 in un disegno di Giovanni Vardiero
La mappa dei Luoghi della 105 in un disegno di Giovanni Vardiero, tratta da Silvio Bertotto, “La storia di Vinicio” – con una nuova edizione annotata di Giovanni Boccardo Verso la democrazia, ANANKE, Torino, 2014, p. 42.

 

I partigiani sanmauresi nelle valli del Piemonte

Venerdì 23 aprile 2021 alle 21 ho parlato dei partigiani sanmauresi che militarono nelle valli del Piemonte, ospitato dal Centro Sociale Boccardo.

Festa della Liberazione
Festa della Liberazione: I partigiani sanmauresi nelle valli del Piemonte

 

Di seguito trascrivo l’introduzione…

La Resistenza dei sanmauresi nelle valli del Piemonte, nel torinese e nel cuneese per il 25 aprile 2021

Ringrazio il “Centro Sociale Boccardo” e la “Scuola di Cultura Politica” per la possibilità che mi dà di rendere pubblica parte dei miei lavori.

L’incontro virtuale di questa sera è per raccontare i fatti in cui sono stati coinvolti i partigiani sanmauresi che aderirono alla Resistenza militando nella bande che combattevano fuori dal comune di San Mauro. Nella maggior parte si tratta di rastrellamenti nemici che portarono all’uccisione dei sanmauresi che vi parteciparono. In un caso la conseguenza fu invece una deportazione in Germania.

Si tratta di episodi che sono ricordati nelle località in cui sono avvenuti. Molti sanmauresi li conoscono e sicuramente partecipano alle commemorazioni locali: il fatto che in quegli episodi siano stati coinvolti dei sanmauresi è allora un motivo in più per parteciparvi.

Ordinando ora cronologicamente [ho trovato solo questo modo…] gli episodi e iniziando dal mese di marzo 1944, possiamo ricordare

  • il rastrellamento della Val Germanasca (Valli Valdesi) nel marzo 1944 coinvolse i gemelli MORELLO I e II 1922: proprio nel marzo molti renitenti alla leva del Bando Graziani confluirono nella valle dove si era appena istaurato un governo “libero” a cura di un distaccamento GL, che però non riuscì a mitigare gli effetti del rastrellamento che per le reclute, molte disarmate, prevedeva la deportazione e il lavoro coatto in Germania;
  • nel maggio 1944 il rastrellamento del Vallone dell’Arma nel cuneese rappresentò un significativo risultato a favore delle bande partigiane per la capacità dimostrata di saper rispondere e combattere il nemico; registrò però il 27 aprile la cattura di 14 giovani prigionieri partigiani a Castelmagno e la loro fucilazione il 2 maggio a Borgo San Dalmazzo; tra essi FERRERO Vittorio 1924.
  • il rastrellamento, uno dei più feroci dell’occupazione nazista in Italia che si lasciò una scia di morte e distruzione, della Val Sangone in un episodio coinvolse la Banda di De Vitis e un gruppo di cinque partigiani, tra cui il sanmaurese MORELLO Pietro 1925, aggrediti, torturati e trucidati al rifugio Geat nel Vallone del Gravio di San Giorio;
  • nel settembre 1944 i combattimenti presso Mondovì della Brigata Val Casotto portarono all’uccisione di GLARAY Renato (Renato), 1920, Comandante di Distaccamento (Capitano) e Commissario di Brigata nella 4° Divisione Alpi, ricordato nel Sacrario Partigiano a Bastia Mondovì, inaugurato nel 1947;
  • nel novembre 1944 i rastrellamenti nella Val Chisone colpirono la Banda Guastatori della Verna e la 4^ Banda dei Ciomp (ambedue sopra Cumiana): il 27 novembre fu ucciso CAROSSO Augusto 1924 [e il 30 dicembre CATTI Giorgio 1925]);
  • una puntata del nemico in Val Luserna nel dicembre 1944 (nella Val Pellice) colpì il distaccamento di “Cannone” e portò all’uccisione di 9 partigiani tra cui BIANCO Augusto (Moro) 1925;
  • nel febbraio 1945 l’uccisione di un milite delle BN a Cavallermaggiore portò ad una rappresaglia della BN “Lidonnici” in cui vengono fucilati 4 partigiani catturati in precedenza tra cui ROSSO Francesco (Sussa) 1921;
  • in Val di Susa il rastrellamento del gennaio 1945 in cui i tedeschi cercano di ripetere l’attacco del 2 luglio al colle del Lys, trova solo il distaccamento “Faleschini” l’unico rimasto in valle della 17° Brigata Felice Cima; l’11 gennaio viene ucciso MORELLO Mario (Romblè) 1916.

Altri sanmauresi (di cui non parlo oggi) non sono dimenticati ma nei miei racconti sono ricordati in modo legato al contesto storico, ad esempio: durante i giorni dell’insurrezione e la discesa su Torino quando “Aldo dice 26×1”; durante la formazione e l’attività delle bande locali; in relazione agli eventi dell’8 settembre con i militari che combatterono o perirono o tornarono a casa, o che furono deportati dai tedeschi, o che parteciparono alla Resistenza all’estero, etc.

Un esempio è Giovanni Boccardo, a cui è intitolato il centro sociale, che perì in Jugoslavia quando era militare nella divisione partigiana “Garibaldi”.

Per continuare allora mi limiterò ad approfondire alcuni degli episodi.

Presentazione 02:30

Introduzione 11:15

val Germanasca 21:15
val Sangone 33:00
val Luserna 43:30
Cavallermaggiore 51:45

Conclusioni 57:40

Commenti e osservazioni 59:25

Tutta la serata su facebook Centro Sociale Boccardo o su youtube