La farmacia “Bonino” al 45 dell’attuale via Martiri e il ten. Lionello Renaldi (Nello)

Al n. 45 dell’attuale via Martiri della Libertà negli anni 1943-45, si trovava la farmacia “Bonino”.

La farmacia "Bonino"
Una fotografia di oggi dell’edificio dove negli anni 1943-45 era situata la farmacia “Bonino”


Era una sede clandestina della Resistenza sanmaurese.
Era il primo punto di snodo di una catena per la trasmissione di documenti (ordini, volantini, giornali, etc.) armi e materiale per azioni e sabotaggio che partiva dal comando militare di Torino, attraversava le farmacie di San Mauro e di Gassino e raggiungeva il Monferrato.
Ecco come iniziava la catena nella testimonianza di Domenico (un ragazzo del 1927):

“Ero molto giovane e frequentavo la scuola a Torino e, ancor prima ch’io facessi parte di una formazione partigiana (nome di battaglia Mingo), alcune persone legate alla resistenza mi pregarono di trasportare dei piccoli pacchi da consegnare alla farmacia di San Mauro, invitandomi a fare attenzione durante il tragitto a non tenere con me il materiale consegnatomi, ma nasconderlo in alcuni anfratti esistenti nella carrozza tramway della linea che univa Torino a Chivasso/Brusasco per non essere sorpreso, in caso di perquisizione, con il possesso del materiale, e così feci per diverse volte!”

La farmacia era gestita da Felicita Bego Voeva (Colomba) e impiegava Aurora Rosso e il ten. Lionello Renaldi (Nello), mentre per Gassino il riferimento era il “marmocchio” Giacomo Maesani (Pistacchio) del 1929.
Il ten. Lionello Renaldi (Nello), reduce dalla campagna di Russia, dopo l’8 settembre decise di resistere all’occupazione nazi-fascista con altri sanmauresi antifascisti, d’ispirazione moderata, cattolica, liberale e monarchica, e partecipò a costruire la “VII divisione Monferrato” una formazione militare autonoma che dipendeva dal CLN e dal CMRP (Comando Militare Regionale Piemontese).
Nello poi partecipò al CLN sanmaurese clandestino fino al 25 aprile e al primo CLN successivo. Nei giorni dell’insurrezione di Torino è al Comando Militare e in un bollettino notizie del 27.4.45 alle ore 8 leggiamo:
“Varie: i ponti sembrano tutti intatti. Certamente intatto è il Ponte Umberto I che è presidiato dalla Divisione “Monferrato” (Nello ).”

La data “27.4.45” ci fa pensare che la ricorrenza che celebriamo oggi è sicuramente significativa dei valori della Resistenza, ma non sempre riesce ad evocare il percorso finale per la liberazione che celebriamo: la discesa nel capoluogo delle formazioni foranee, liberando paesi ancora occupati dai fascisti, per collegarsi alle formazioni cittadine che stavano insorgendo o erano già insorte a Torino. Tutto questo non si concluse ma iniziò il 25 aprile (Aldo dice 26×1).
La VII Divisione Autonoma Monferrato si avvicinò a Torino lungo la sponda destra del Po dopo aver ottenuto la resa del presidio fascista di Cimena unendosi alle brigate Matteotti e così attraversò San Mauro.
La 4^ Divisione Garibaldi, a cui apparteneva il distaccamento di Aldo Maiolo (Bil), scese su Torino dalla zona di Favria-Rivarolo lungo un percorso in cui numerosi erano i presidi nemici da superare in combattimenti, che causarono la morte di diversi partigiani, tra cui anche il sanmaurese Alcide Bordin (Colonna) del 1926, prima di raggiungere la Falchera a Torino.

San Mauro Torinese, 25 aprile 2023
Viva la Resistenza e viva il 25 aprile.