Il CLN sanmaurese

Dalla clandestinità del gennaio 1945 fino alle elezioni del 7 aprile 1946 il CLN sanmaurese ha subito diverse trasformazioni.

Iniziato con l’intento di organizzare le forze antifasciste locali, nella clandestinità il CLN, dopo l’uccisione di Amato (19 gennaio 1945), riuscì a far nominare (5 marzo 1945) podestà Giuliano Tabasso, apolitico, invece dell’avv. Abdul Areebi, iscritto al PFR. In quel periodo si prodigò nella sovvenzione alle famiglie dei partigiani caduti e nel procurare armi alle formazioni partigiane della zona e nella fase insurrezionale organizzò il paese per poter ospitare la Divisione Monferrato ed alcune formazioni G. L., in modo che i combattenti trovassero vettovagliamento ed alloggio senza disagi per la popolazione.

Il 27 aprile si costituì quindi giunta di governo e amministrò il paese, senza l’appoggio di altre associazioni, fino a quando il 5 giugno 1945 inflisse una multa di 50000 lire al macellaio Ferrero Giovanni, residente nel comune e proprietario di 6 macellerie (tre in S. Mauro, due a Gassino ed una a Torino), che, pur essendosi arricchito in tempo di guerra, limitava il suo contributo per lenire le sofferenze del popolo e vendeva la carne ad un prezzo più alto di quello fissato dal comune. La multa fu trasmessa dal Distaccamento di San Mauro della Polizia del Popolo della Provincia di Torino, in carica dall’1 maggio al 10 giugno 1945, e composta di 23 sappisti di zona e partigiani. Il Ferrero, invece di addivenire ad una transazione/accomodamento, si recava dal col Fiore, responsabile provinciale per l’AMG, che, con l’appoggio del sindaco Tabasso, costringeva il sindaco a far dimettere il CLN, che con lettera del 22 giugno 1945 comunicava le sue dimissioni in blocco.

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